Il
Duomo e' consacrato a Santa Maria Assunta e conserva le spoglie
sacre del sangue di San Pantaleone che, come a Napoli per San
Gennaro cosi' ogni anno anche a Ravello avviene il miracolo dello
sciogliersi del sacro sangue che dura per circa un mese, dalla
sua festivita' del 27 luglio fino alla festa della Santa Croce
del 14 settembre. Celebri le porte in bronzo datate al 1179 ad
opera di Barisano da Trani, sono composte di 54 riquadri divisi
da tasselli decorati ad arabeschi. Il pulpito, opera del 1272
di Nicola di Bartolomeo da Foggia, fu eretto per volere del nobile
ravellese Nicola Rufolo, a fronte dell'ambone dell'Epistola, eretto
essendo vescovo di Ravello il patrizio Costantino Rogadeo (1094-1150).
Notevole anche l'imponente pala raffigurante S. Michele Arcangelo,
dipinta nel 1583 da Giovanni Angelo d'Amato di Maiori.
Recentemente nella Cripta e' entrato in funzione un museo che
contiene i resti del ciborio fatto costruire da Matteo Rufolo,
figlio di Nicola e successivamente fatto demolire nel 1773 dal
vescovo Michele Tafuri; ; del bellissimo portico (abbattuto nel
1786); gli antichi reliquari di Santa Barbara, San Bartolomeo,
San Tommaso e il finissimo busto di Sichelgaita Rufolo, moglie
di Nicola, posto un tempo sulla porta d'ingresso del Pulpito.
A fianco della chiesa, un monumentale campanile del quattordicesimo
secolo. Autentici capolavori di arte sacra si trovano anche nella
chiesa di San Giovanni del Toro, tra l'undicesimo ed il quattordicesimo
secolo che conserva un pulpito di raro pregio artistico; la chiesa
di Santa Maria a Gradillo e la chiesa e Chiostro di San Francesco,
in cui sono conservate le spoglie del Beato Bonaventura da Potenza
con alcuni suoi cimeli.
Il monastero di Santa Chiara, la chiesa di San Pietro Apostolo
alla Costa, con imponente atrio.
Discorso
a parte meritano le ville. Villa Rufolo ha conservato molto dell'antico
splendore, con le sue torri e una parte del cortile moresco. Fondata
da Nicola Rufolo la villa ha ospitato illustri visitatori e tuttora
e’ notevole attrazione turistica. La famiglia Rufolo entra nel
mito ed e' immortalata da Giovanni Boccaccio nella sua novella
"Il Decamerone" dove ha descritto la magnificenza della Costa
d'Amalfi medievale e le peripezie marittime di Landolfo Rufolo.
La villa passo dai Rufolo ai Confalone e poi ai d'Afflitto, che
la vendettero a Francis Neville Reid, il quale vi creo un autentico
giardino di delizie e non a caso quando Richard Wagner, con sua
moglie Cosima Liszt, visito la villa, il 26 maggio 1880, mentre
era intento alla stesura del Parsifal, vi ritrovo l'immagine del
magico giardino di Klingsor. Villa Cimbrone appartenne alla famiglia
patrizia degli Acconciagioco, per poi passare ai Fusco, agli Amici
di Atrani e infine al secondo Lord Grimthorpe, che con l'ausilio
del ravellese Nicola Mansi, creo un contenitore di incanti paesaggistici
incomparabile, tra i quali spiccano il belvedere, la gotica sala
da pranzo e la spettacolare villa 'la Rondinaia'.